Secondo altri autori [Smith, 1989; Smith, 1994a; Smith, 1994b; Anagnostatos, 1994] le peculiari proprietà dell’acqua quale mezzo di trasferimento di informazione biologicamente significativa sarebbero basate sulla formazione di aggregati di molecole d’acqua in forma di "clusters" o "clatrati". Si intende per clatrati, dal latino "clathrus" (= inferriata), delle formazioni cave che verrebbero ad assumere le molecole d’acqua con una disposizione a rete, ripiegata attorno ad una nicchia interna. La possibilità di formazione di cavità in liquidi è universalmente accettata [Wei et al., 1991]. Nell’acqua, le molecole possono allinearsi in forme pentagonali o esagonali grazie a legami idrogeno; a loro volta, varie conformazioni poligonali possono costruire, in certe condizioni (agitazione o sonicazione del liquido), figure geometriche complesse, cave al loro interno. Formandosi delle cavità, la tensione superficiale produce una pressione negativa all’interno, che, nella sua forma più piccola, assume la forma di un dodecaedro (12 pentagoni legati tra loro in forma geometricamente ordinata), ma che può comprendere anche esagoni non planari. Inoltre, possono essere interessate varietà di legami chimici diversi da quello idrogeno, come dipoli tra ioni idrogeno ed ioni idrossile.

Con una visione fisico-chimica di questo tipo si può arrivare a comprendere la possibilità teorica che l’acqua, dopo essere stata a contatto con un’informazione molecolare, la possa mantenere anche a diluizioni elevate delle molecole sciolte in partenza. Secondo l’ipotesi dei clatrati, un certo numero di molecole del composto originale, una volta sciolte in acqua o in mezzo idroalcoolico verrebbero circondate da un maggior numero di molecole d’acqua che formano come un piccolo guscio, una nicchia. Una simile nicchia potrebbe avere stabilità anche se il composto originale viene espulso dalla nicchia stessa. Di conseguenza, con continue diluizioni e succussioni (tipiche delle metodologie di preparazione dei rimedi omeopatici), comincerebbero a formarsi clatrati vuoti all’interno, i quali a loro volta potrebbero divenire il nucleo per la formazione di altri clatrati, sempre con lo stesso schema originale. Quindi una notevole variabilità di forme e combinazioni sarebbe possibile nella formazione di simili micro-cavità. Le forme dodecaedriche dovrebbero essere capaci di legarsi assieme in forme simili a collane elicoidali, unite dalle facce pentagonali. Tali catene potrebbero rappresentare il luogo dell’interazione coerente tra l’acqua ed il campo magnetico di una corrente che potrebbe provocare salti sincronizzati tra protoni (atomi di idrogeno) che connettono atomi di ossigeno adiacenti.

Grazie alla disposizione ordinata e sequenziale di legami idrogeno, simili cavità sarebbero in grado di vibrare coerentemente, in risonanza con un campo magnetico. Le frequenze di vibrazione dipenderebbero dalla forma e dalla lunghezza di tali strutture (a loro volta dipendenti dal soluto originale), nonché dal grado di strutturazione progressiva dell’acqua, al procedere delle diluizioni e "dinamizzazioni".

Il modello dei clatrati è interessante in quanto consentirebbe di spiegare come "aggregati" di molecole d’acqua possano divenire il mezzo di trasmissione dell’informazione. Tuttavia ancora non esiste una base fisica per spiegare la permanenza di tali aggregati, in forme definite, per un tempo sufficientemente lungo da poter rappresentare una "memoria" a lungo termine.